[Writing Contest 1°] The Opposite

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    Benvenuti al 1° Writing Contest!


    Questo contest sarà basato sugli opposti, precisamente su 5 opposti:


    Concludere - Iniziare

    Leale - Infido

    Ragionevole - Illogico

    Disastro - Fortuna

    Riprendere - Smarrire



    In ogni coppia di opposti bisognerà sceglierne uno, per un totale di cinque termini che dovranno essere usati per creare il racconto.

    Ad esempio si potrebbe scegliere: "Concludere; Leale; Ragionevole; Disastro; Riprendere" e creare un racconto dove questi 5 elementi si combinino. Possono essere sia usati letteralmente (es "Smarrire un oggetto") sia metaforicamente (es "Smarrire la diritta via nella selva oscura")

    Ogni parola dovrà in più essere usata tale e quale nel racconto (coniugandola se serve).
    Nulla vieta di usare anche gli opposti scartati, quindi pur avendo scelto smarrire si potrà anche usare riprendere.


    E ora le regole:

    - Non si accettano racconti più lunghi di 4 pagine di Word in Times New Roman 12 (circa 2000/2300 parole o 10000/13000 caratteri)
    - Si accettano sia racconti che poesie
    - Gli scritti vanno pubblicati qua sotto entro e non oltre le 23:59 del 22 Aprile
    - I racconti/le poesie non posso più essere modificati una volta iscritti
    - Lo scritto deve essere inedito


    Edited by Shevaara - 2/4/2013, 18:49
     
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    CITAZIONE
    Non si accettano lavori più lunghi di 4 pagine di Word in Times New Roman

    ??

    può voler dire tutto o niente... non converrebbe mettere un numero massimo di parole?
     
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    era per non dare un limite durissimo come in contest passati. si tratta indicativamente di circa 2000/2300 parole o 10000/13000 caratteri. aggiorno le regole
     
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    così si ha comunque abbastanza flessibilità (tra 200- e 2300 c'è una belle differenza), ma almeno si capisce qualcosa... se io scrivo 4 pagine di world con times new roman a dimensione 8 mi sa che reisco a farne stare anche 4000 di parole... e se invece voglio usare un carattere diverso o più grande non so se sono già sforato...
     
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    solitamente per times new roman si intende scrittura classica a 12, se si tratta di altre misure (10 ad esempio) viene specificato =) ma vabbè, per altri dubbi o cose incomprensibili scritte dalla sottoscritta chiedi ;)
     
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  6. mad-hatter666
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    io passo mi piace l'idea ma ho un esonero il 15 e non credo di riuscire a scrivere qualcosa di decente in 7 giorni .. dopo il 15 dirò se mi iscrivo o no
     
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  7. mei chan
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    mmm quindi posso anche usarle tutte e 10???!! :D
    ci sto! :D
     
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  8. mei chan
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    domanda per She: dobbiamo, come negli altri contest di scrittura, inviarli prima a te? o postiamo senza problemi?=)
     
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    dando per scontato che siete tutti bravi bimbi e rispetterete sicuramente le indicazioni potete postare direttamente qui. chiedevo di mandarle a me per controllare se potevo accettarli oppure no.

    siete tutti pregati di indicare le 5 parole scelte, grazie

     
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  10. mei chan
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    bene, io ho scelto: Iniziare, leale, illogico, disastro e riprendere =) ma visto la regola per cui posso anche usare le altre parole le userò tutte e 10 giocando sugli opposti =)
     
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  11. mad-hatter666
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    io non partecipo
     
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  12. mei chan
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    =( chi siamo allora?
     
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  13. mei chan
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    allora:
    Autore: Mei chan
    Raiting: verde (?)
    Titolo: Opposto
    Parole: 1.302
    Osservazioni: non capivo bene il senso di questo contest, il tema era l'opposto ma dovevo scegliere per obbligo 5 parole che non era opposte fra loro e scriverci una storia.. ho deciso di usarle tutte e 10 e di giocare sull'opposto.. creando una storia che non avrebbe senso all'infuori di questo contest xD
    Spero non ci siano troppi errori

    La folla si apri in uno scrosciare di insulti, nel varco che si era venuto a creare, lo vidi avanzare, lentamente, scortato dalle guardie del Re. Sento gli insulti, la parola “traditore” si erge su tutte le altre. Ai lati del campo visivo vedo volare qualcosa, qualcosa che colpisce l’uomo; è solo il primo di innumerevoli cibi marci: frutta e verdure a cui si aggiunge sterco. Mi sento crescere la rabbia, ma devo aspettare, anche se piccola vi era ancora una speranza, una possibilità nel processo. È un uomo d’onore, mi costringo a ricordare, se il Re aveva buon senso non l’avrebbe ucciso. Guardai il Re e mi accorsi di quanto stupido fosse quel pensiero: era lui che l’aveva condannato. Quale Re revoca un suo ordine? È accerchiato dalle sue guardie personali, seduto vicino a sua madre, dietro i consiglieri sono in piedi. Loro sono gli unici che potrebbero evitare questo disastro; non la Regina, pazza furiosa, che crede che il mondo e il trono le appartenga, conquistato con menzogne e inganni.
    Perché? Perché condannarlo? È rimasto fedele alla sua morale, rifiutandosi di versare sangue innocente, di compiere una strage, sapevo che era cosi, sapevo che le voci che circolavano erano false: non aveva tradito per far deporre il nuovo Re, so che era cosi….

    Leale ai suoi principi, al suo ruolo di padre, alle sue idee, non si era piegato al suo volere, aveva combattuto, finché non aveva perduto tutto. Dopo le segrete, le botte, i digiuni, l’umiliazione era giunto il momento del processo. L’uomo venne fatto inginocchiare, davanti al Re, non dava le spalle al pubblico, tutti dovevano vedere il viso del traditore… era di un quarto girato verso lui e di un quarto girato verso noi, il giudice gli stava davanti. Sono troppo lontana per sentire il processo, ma non è un problema, la sentenza risulterà chiara alle mie orecchie; cerco tra la folla la mia gente, la sua gente, il suo popolo che non è disposto a vederlo morire cosi, decapitato per un’ingiustizia, per un’ accusa infamante che non ha mai commesso, un’accusa che macchierà il suo nome, il suo onore, la nostra famiglia. Stringo l’arco che porto alle spalle, coperto da dal mantello per renderlo invisibile agli occhi sbagliati, lo stringo per forza, se qualcosa dovesse andare storto questa è la mia arma, è l’ancora di salvezza per quell’uomo, per me e per tanti altri. Lo stringo per calmarmi, mi rassicura, è un’arma, la mia arma. Non devono commettere quest’errore, non lo devono fare.. altrimenti molto altro sangue verrà versato. Per anni e anni, di ingiustizie, razzie siamo stati in silenzio, per troppo tempo non abbiamo agito, non abbiamo reagito, non abbiamo lottato, non ci siamo ribellati, siamo stati inermi, sperando che qualcosa cambiasse, senza però fare niente. Una dopo l’altra le nostre speranze si erano frantumate contro l’ignoranza, l’arroganza, l’inettitudine, il mal governo del susseguirsi dei sovrani, abbiamo obbedito senza fare domande, o facendo le domande sbagliate… ma ora quel tempo era finito, dopo quest’affranto mai più ci saremmo piegati, inginocchiati davanti ad uno sconosciuto. Cosa ne sapeva il Re delle nostre terre? Della nostra gente? Nulla, non le aveva neanche mai viste… Quel signorotto non era il nostro Re, non era mai stato considerato il nostro Re….

    Ci saremmo ripresi la nostra libertà, la nostra indipendenza, il nostro stemma, avremmo eletto il nostro Re. Ma dovevamo reagire in fretta, molto in fretta, e soprattutto non dovevamo voltarci indietro, una volta preso questa strada non saremmo potuti tornare indietro.

    La decisione era del popolo, del suo popolo, non dei consiglieri, non della nobile casata che portava il suo cognome, secondo loro ciò era illogico, insensato. Non era illogico, né insensato, era la giusta cosa da fare, la sola che si potesse fare, che andava fatta, la sola per cui tutti i suoi clan si sarebbero uniti contro la corona.

    Un boato festante: ecco come la folla accoglie la condanna a morte, “Morte!” “Morte!” si sente scandire, il verdetto è stato emesso, la condanna a morte è stata al sentenza. I cori si alternano, la folla entusiasta, presa in giro da un Re falso, da un Re marionetta, da un Re folle.
    Faccio scorrere l’arco sotto il braccio, prendo una freccia e la incocco, tendo il braccio: e cosi che comincia la nostra battaglia, la nostra guerra, la nostra ribellione. Mentre il boia alza la spada io scocco la mia freccia, la nostra freccia…

    (…)
    La folla si apri in uno scrosciare di insulti. Siedo vicino a mio figlio, il mio Re, la mia marionetta. Troppo stolto per governare, non sono io che aiuto lui ma lui che aiuta me, all’oscuro perfino del fine. Osservo la folla, era bastato poco per ingraziarmela, tutto merito di quel pazzo Re prima di me, portati sull’orlo della rovina. Era stato semplice farsi amare, dopo la sua morte: la vedova del popolo, la Regina caritatevole. Non era né l’una né l’altra ma non avrei mai perso il loro appoggio, la folla dove spaventare più di ogni nemico. Vedo le guardie avanzare, il sole che fa scintillare la loro pelle d’argento; e cosi, dunque, che si conclude questa orribile situazione.

    So che tra la folla vi sono anche la sua nobile famiglia, la sua gente, i suoi adepti; so che loro sperano in un verdetto finale a suo favore, ma non sarebbe stato cosi, le parole che usciranno dalla bocca del giudice saranno di morte, solo una condanna, l’ennesima condanna. Infondo, era solo la decisione più ragionevole, se la Regina aveva emesso una sentenza il giudice ne era vincolante, anche se il Re aveva accettato la richiesta di processo, non sancita dalla legge scritta, ma dalle legge della spada; la legge del più forte, la legge tacita ma conosciuta e temuta della Regina.
    L’uomo, il traditore, avanza verso l’altare, lo guardo: odio, rabbia, ecco cosa prova, lo leggo nel suo volto, nei suoi occhi che incontrano i miei.

    L’uomo si inginocchia davanti all’altare, al sacerdote, al giudice, alle guardie. “Sei accusato di alto tradimento nei riguardi del tuo Re qui presente”. Reprimo un sorriso, tutto era andato secondo i miei piani, senza il suo stesso aiuto certo, avrei fallito. Voleva togliermi il regno, era un pazzo solo per aver creduto di poterlo fare, nessuno doveva osare minacciarmi, né me, né il mio Re. L’uomo era ovvio, aveva smarrito il suo senso del dovere, la sua fedeltà, il suo onore e ora non poteva tornare indietro.

    Aveva minacciato la mia posizione, la mia persona agli occhi delle gente, dovevo stare attenta, un uomo cosi infido, cosi sleale alla corona, al Re, e per la mia reggenza sarebbe stata la fine, e cosi la fine del regno. E non potevo permetterlo, il regno aveva bisogno di me, di una personalità forte, non di quella di un debole ragazzino senza carattere. Mi chino leggermente verso la sedia che sta alla mia sinistra: “Sai cosa devi fare, vero?” sussurrò all’orecchio del reggente, di mio figlio, “Si madre”.
    L’uomo ora guarda il giudice. È uno di quelli che non si tira indietro, ammette le sue colpe, davanti al giudice, davanti al popolo, allora in ciò che ha fatto ci credeva davvero, povero illuso.

    La vittoria non può che essere mia, che fortuna: un’ uomo che ammette le sue colpe verso la corona davanti al popolo è un uomo morto. Ora il giudice tace, la folla è in silenzio, il giudice guarda il re, per il suo parere, per la sentenza finale, sua per legge. Mio figlio accenna al boia, è un segno inequivocabile, la folla ineggia, “Morte! Morte! Morte!” è l’unica parola che sento erigersi dalla folla.
    Quando il boia solleva l’ascia non guardo l’uomo, non guardo la folla, chiudo gli occhi e sorrido, assaporando la vittoria, il regno è al sicuro, io sono al sicuro…


    non mi ha preso il grasseto -.-
     
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